Smart Working emergenza o nuova opportunità?

Smart Working si traduce letteralmente in “Lavoro Intelligente” ma per noi italiani la migliore traduzione è “Lavoro Agile”; rappresenta un modo diverso per fornire prestazioni da remoto a favore delle aziende presso cui si è dipendenti o verso le quali si hanno obblighi lavorativi (prestazioni di servizi, consulenze, ecc.).

Di conseguenza e parallelamente in questi ultimi due anni sono proliferate le offerte gratuite per partecipare a webinar (riunioni o presentazioni online tenute via internet in tempo reale, eventi online capaci di collegare persone anche da tutto il mondo) nei quali vengono sviluppati dei focus su vari temi. Anche questo è un nuovo modo per mantenere i contatti fra i fornitori di servizi e l’utenza.

Il COVID e lo Smart Working

Questo nuovo modo di lavorare è emerso da quando la pandemia del COVID-19 ci ha fatto capire che la condivisione di spazi con altre persone ed eventuali trasferimenti coi mezzi pubblici erano da evitare oppure essi stessi severamente vietati.

Ecco allora che le aziende hanno cercato di sopperire strutturandosi in modo che i propri dipendenti potessero ugualmente dare il proprio contributo e permettere all’azienda di “navigare” ugualmente anche se in acque più “burrascose”.

Lo Smart Working somiglia molto al telelavoro ma rispetto a esso permette una maggiore flessibilità, lasciando al fornitore d’opera la possibilità di integrare altri impegni che la pandemia ha portato con sé e che non facevano parte della consuetudine precedente.

Per capire l’importanza di questa nuova forma lavorativa facciamoci bastare due numeri: nel 2019 coloro che utilizzavano lo Smart Working erano l’11% mentre nel 2020 la percentuale è passata addirittura al 77%!

Cosa serve?

In fin dei conti l’attrezzatura necessaria è, di fatto, già presente in moltissime case: un PC, anche portatile, e una buona connessione a internet attraverso contratti per ADSL o Fibra. Diamo per scontata la disponibilità dei dipendenti perché in questo caso hanno una serie di benefici.

Pro e contro

Come in ogni situazione, ci sono pro e contro ma per quanto riguarda lo smart working i contro sono veramente pochi come la necessità di allestire un ambiente dedicato al lavoro, il reperimento di tecnologie adeguate al lavoro che si svolge (pc, tablet, scanner, stampante, tool, software), la difficoltà nel separare vita privata e professionale (familiari che entrano ed escono dalla stanza, interruzioni, rumori).

Alcune cose favorevoli possono essere:

  • nessun costo di trasferimento casa-lavoro e lavoro-casa;
  • tempi di viaggio annullati quindi minor tempo sprecato;
  • minori emissioni di gas nocivi;
  • maggiore comfort;
  • risparmio di denaro;
  • maggiore tempo da dedicare alla famiglia;
  • facilità nel gestire più attività durante il giorno.

Anche per le aziende si parla di un forte risparmio con la possibilità di ambienti più piccoli da illuminare e termo-condizionare, riduzioni dei consumi energetici e dipendenti molto meno frustrati e con la possibilità comunque di verificarne i tempi di applicazione.

Analizzando quanto detto finora i pro sovrastano i contro, ma bisogna considerare la necessità di fare un vero e proprio cambiamento sociale e culturale verso la digitalizzazione delle imprese.

Molti imprenditori lungimiranti hanno da tempo adottato misure per diminuire lo stress dei dipendenti e per aumentarne il benessere anche nei nuovi posti di lavoro, ma per avere aziende connesse in rete in cui le persone interagiscono da remoto, è fondamentale l’introduzione di tecnologie pensate appositamente per lo Smart Working.

Qui si tocca un tasto dolente: purtroppo l’Italia è da sempre il fanalino di coda nel mondo industrializzato in quanto a infrastrutture informatiche. In genere si paga molto per avere poco. Basta guardare nei Paesi più vicini per renderci conto di come l’Italia sia messa male. Le PMI non possono essere competitive su questo piano.

In sintesi

Lo Smart Working, per la sua semplicità e facilità d’uso, sarà per molti di noi il futuro a patto che le infrastrutture informatiche possano garantire alte prestazioni, che le periferiche adoperate siano molto evolute e che le aziende sappiano strutturarsi in modo corretto per ricevere il lavoro da remoto: su questo piano misureremo la competitività del nostro Paese.

Ora è il momento di fare un ulteriore passo in avanti.

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